Lettera a Giulia Lazzarini
Lettera all'attrice sull'interpretazione del proprio personaggio nell'Opera da tre soldi
a giulia lazzarini
1° maggio 1973*
Giulia adorabile e adorata! Tutto il mio bene, la mia stima a te, da sempre, se ci pensi bene. Questa volta non ti lascio scappare più. La tua condanna è ineluttabile! Volevo dirti molte cose l’altra sera ma noi ci siamo parlati sempre poco e detti ugualmente tanto. Tra noi non c’è bisogno, ecco, di “dire”: sappiamo. Ti ho ritrovata sempre più brava, straordinariamente brava, matura, cosciente, precisa, lucida e abbandonata, sempre giustamente sospesa tra “intuizione” e “critica”, in un equilibrio quasi incredibile tra un altissimo mestiere di teatro (viva quando è così, il mestiere; noi dobbiamo amarlo, il mestiere!) e una freschezza poetica, invenzione fantasia e rispetto per quello che si deve dire e fare. Mi hai dato molta gioia, Giulia, non perché “facevi bene” Polly o mi “seguivi” ma perché, davanti a me, davi corpo a un certo tipo di attore o attrice ideale. Era il tuo modo di essere attrice che mi faceva felice, mi aiutava e mi aiuta ancora. Adesso pensa a te. Devi farlo con tenacia e serietà come se fosse (ed è) ancora lavoro di teatro. Spesso ho sofferto con te perché sentivo che le forze ti mancavano. È stata, la tua, una lotta dura, continua che io, forse solo io, ho seguito nella sua realtà. Ma non deve più ripetersi. Ti voglio ritrovare piena di sole, di luce (non dico di felicità. Non c’è. Se non a lampi brevissimi. Ormai lo so anch’io!) e di slancio. Ti voglio grassa, grassa, riposata e serena. Per ora niente altro: fai una lunga, lunga vacanza. Non farti prendere assolutamente dal “teatro” in qualsiasi forma. Devi pensare solo a te, essere umano. Devi rispettare te, essere umano, perché è da lì che nasce te, attrice. Questo lo sai. Non si è sulla scena se non si è prima dentro! Ti abbraccio teneramente. A Vincenzo un fraterno saluto, affettuosissimo.
il tuo Giorgio